IL RAPPORTO UOMO CANE
Molte persone accolgono in casa un animale attratte dalla prospettiva di ottenere soddisfazione e gratificazione, ma non conoscono di fatto quali impegni e responsabilità ciò in realtà comporti.
Di fronte alle difficoltà che di volta in volta possono emergere, alcuni si scoraggiano e risolvono la questione rimuovendo l'oggetto del problema, cioè abbandonando o sopprimendo l'animale, perciò è importante fare alcune riflessioni.
Innanzi tutto è importante conoscere il cane.
Alla base dell'insofferenza che porta troppo spesso a sbarazzarsi del proprio fedele amico, vi è quasi sempre la mancata comprensione della sua psicologia.
Il cane è un animale sociale; in natura non conosce la solitudine.
Il suo desiderio di stare in mezzo al branco, di partecipare alla vita del suo clan, è un'insopprimibile necessità psicologica.
Il cane si adatta rapidamente, giungendo a considerare la famiglia che lo ospita come il proprio gruppo sociale.
L'uomo allora gioisce del risultato raggiunto. Ma dimentica l'esigenza primaria del nuovo “fratello”: quella di potergli stare accanto. E così ecco il cane imprigionato in un recinto o condannato ad una catena, o magari relegato in una stanza quando arrivano gli amici.
Ed ecco allora la frustrazione e la tensione che si sfogano in lunghi guaiti, in buche profonde, in morsi ad oggetti, soprattutto se portano l'odore dell'agognato “capo branco”.
“Una mancata conoscenza del comportamento canino può portare un proprietario ad interagire con il proprio cane in modo assolutamente errato, che talvolta può provocare aggressione. Tra le cause più comuni di episodi di morsicature , una mancata socializzazione del cane, un comportamento della vittima ed un'interpretazione di tale comportamento da parte del cane, una errata interpretazione del comportamento canino da parte della vittima stessa.”